Cinque giorni dopo, una marcia per l'unità nazionale convocata sotto lo slogan 'je suis Charlie' vede i leader europei tutti in prima fila, ma divisi sulle soluzioni da adottare, come l'opportunità o meno di sospendere Schengen; inoltre, sono presenti i leader di altri paesi spesso ostili alla libertà di espressione, mentre è assente Obama, che se ne scuserà.
Il 14 gennaio, infine, il discusso comico Dieudonné M'bala M'bala, spesso accusato e già condannato per antisemitismo, viene arrestato per avere, su Facebook, storpiato il suddetto slogan in 'je suis Charlie Coulibaly', ovvero il cognome del terzo attentatore.
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